SCENARI DI POLITICA ECONOMICA
DAL CENTRO STUDI CONFINDUSTRIA
In Italia costo del debito vicino agli altri paesi ma crescita ancora troppo bassa
La dinamica del rapporto debito/PIL dipende da tre variabili: saldo primario, differenza tra entrate totali dello Stato e spesa totale al netto degli interessi per il rimborso dei titoli del debito pubblico, costo medio del debito e tasso di crescita nominale del PIL. L’Italia è l’unica economia dell’Unione europea che registra da 25 anni (con una sola eccezione nel 2009) avanzi primari, ma nonostante ciò il rapporto debito/PIL non si è ridotto. È evidente che ciò che è rilevante per una discesa del rapporto (a prescindere dal ritmo con il quale scende) è il differenziale tra costo del debito e tasso di crescita del PIL che si mantiene positivo (contrariamente a ciò che si registra negli altri paesi europei) e che richiede, anche solo per stabilizzare questo rapporto, avanzi primari consistenti.
Troppo bassa anche la spesa per gli investimenti pubblici
L’Italia continua a spendere poco per realizzare investimenti pubblici. In media, tra il 2014 e il 2018, a tale voce è stato destinato il 2,2 per cento del PIL, un livello ben inferiore alla media dell’Eurozona (2,7 per cento) e superiore solo a quello registrato in Spagna. Una dinamica così debole degli investimenti ha conseguenze negative sulla crescita economica. Gli investimenti spingono il PIL nel breve periodo come componente di domanda; sono poi determinanti per la costruzione di capitale fisico, umano e di conoscenza, in grado di aumentare la produttività e innalzare il livello e la dinamica del PIL potenziale.
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