I Manager Assirm si raccontano: intervista a Vilma Scarpino – Direttore Generale Doxa
Vilma Scarpino – Doxa
Da dove nasce la passione per la ricerca?
La prendo un po’ alla larga e comincio dal liceo. Ho frequentato il liceo scientifico, anche se le mie amiche e compagne di scuola si erano indirizzate verso il liceo classico o il linguistico, pensando (ma di fatto non avendo alcuna idea seria) che, se proprio avessi dovuto insegnare, avrei preferito dedicarmi alle materie scientifiche.
Alla fine del liceo la scelta più ovvia sarebbe stata la facoltà di economia e invece, all’ultimo momento, mi sono lasciata attrarre dall’idea di studiare la nostra società da più punti di vista: non solo quello economico, ma anche quello sociologico, psicologico, statistico, e dunque eccomi approdata alla facoltà di scienze politiche all’Università Cattolica.
Unica della mia classe di liceo e, per la verità, guardata anche con un po’ di sorpresa.
Mentre scrivevo la tesi, il professore che mi seguiva, che ancora ricordo con stima e gratitudine, mi chiese di collaborare ad alcuni progetti che implicavano la realizzazione di rilevazioni sul campo e analisi dei dati. Detto e fatto: il mio senso del dovere e l’ idea di essere anche remunerata un minimo, mi aveva fatto aderire e sentire coinvolta. Sempre lo stesso professore, quando Ennio Salamon, discepolo del prof Luzzato Fegiz e direttore generale di Doxa, gli ha chiesto di segnalare una ” brava studentessa” prossima alla laurea per una possibile assunzione ha segnalato me.
Ed eccomi definitivamente catapultata nel mondo della ricerche. Le ho conosciute per caso, per carattere mi ci sono impegnata e per scelta ci sono rimasta.
Che cosa mi piace: essenzialmente la eterogeneità dei temi trattati e degli approcci metodologici da applicare.
Dunque la “non noia” e la “non ripetitività”.
Non so se sia una passione, sicuramente è un modo di lavorare interessante.
Quali studi consiglia a un giovane che vuole avventurarsi in questo settore?
Credo che, prima di prendere qualunque decisione, sia importante che ciascuno analizzi se stesso più in termini di personalità che di competenza tecnica.
Le domande fondamentali sono: quanto si è curiosi del mondo esterno, quanto si è flessibili e disponibili ad ascoltare e a valutare tutti gli stimoli che ci arrivano da fuori.
Curiosità verso gli altri e flessibilità sono caratteristiche che si possono affinare man mano che si acquisisce esperienza, ma devono esistere in nuce in coloro i quali desiderino entrare in questo ambito di attività affinchè se ne possano trarre delle soddisfazioni.
Rispetto ad alcuni anni fa oggi esistono anche percorsi formativi che permettono di capire quanto si è vicini e si vuole essere vicini al mondo delle ricerche e che facilitano e rendono più consapevole la scelta.
Da ricercatore a capo di una azienda. Com’è stata la carriera di Vilma Scarpino?
Da un lato essa rappresenta la sintesi di tutto il percorso interno tipico delle società di ricerca, da stagista a manager passando per tutti i gradini che rappresentano l’evoluzione della figura di ricercatore; dall’altro è stato un percorso vivace con tanti incontri e punti di discontinuità; la stessa azienda è cambiata molte volte ed io con lei. Oggi è una realtà italiana, molto articolata sia per la tipologie di attività svolte che per le figure professionali presenti al suo interno. Cerchiamo costantemente noi stessi in un ambito di attività meno consolidato e codificato. E’ una sfida continua, ma divertente e mai noiosa. E questo si sposa bene con il mio carattere!
Le nuove tecnologie e Internet stanno cambiando le ricerche di mercato? Rappresentano un valore aggiunto o un ostacolo?
I cambiamenti, i movimenti non sono e non devono mai essere vissuti come un ostacolo, soprattutto da persone come noi che si occupano di studiare gli individui con i loro pensieri, attitudini e comportamenti. Le nuove tecnologie e Internet in questo senso sono, e devono essere, uno stimolo in più per le nostre riflessioni di ricercatori, oltre che un grande aiuto per fare ricerche e analisi sempre più complete e sofisticate.
E’ cambiato il mondo della ricerca rispetto a quando hai iniziato? Se si, in che modo?
E’ cambiato moltissimo. La tecnologia ha cambiato, in meglio, il modo di raccogliere e analizzare dati e in generale il processo di produzione di tutte le ricerche. La diffusione e la grande disponibilità di dati sia all’interno che all’esterno delle aziende sta imprimendo una riflessione sulla definizione stessa di “ricerca” e la sta accompagnando verso un ambito più grande e articolato: non raccolta e analisi dei dati, ma anche selezione e integrazione di dati provenienti da fonti diverse, di strumenti, metodologie e competenze diverse. La ricerca sta ampliando i propri confini e, come direbbero alcuni, sta diventando sempre più liquida.
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