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Dati personali: il 28% degli italiani è disposto a condividerli in cambio di vantaggi e servizi

8 Febbraio 2017

Sareste disposti a condividere i vostri dati personali in cambio di un vantaggio immediato? È quello che ha chiesto GfK ad un campione internazionale di oltre 22.000 persone. Ne è emerso che la percentuale di persone disposte a comunicare i propri dati in cambio di qualcosa è superiore a quella di chi è totalmente contrario. In Italia quasi una persona su tre si dichiara favorevole. A livello internazionale, i trentenni e i cittadini di Cina, Messico e Russia sono i più aperti rispetto a questa possibilità.

La protezione della privacy al tempo di Internet è una questione tra le più discusse, al giorno d’oggi. Nonostante questo, un numero crescente di persone sembra essere disposto a condividere i propri dati personali con brand e retailer, purché venga offerto in cambio di qualcosa: servizi, promozioni, ma anche un’esperienza di acquisto più rapida e personalizzata.

Secondo un’indagine internazionale di GfK – che ha coinvolto oltre 22.000 persone di 17 paesi – circa un quarto degli intervistati (27%) si è dichiarato d’accordo con la possibilità di condividere i propri dati personali in cambio di servizi e vantaggi. Per contro, il 19% delle persone ha dichiarato di essere totalmente in disaccordo con questa idea.

Le risposte degli italiani si collocano leggermente al di sopra della media internazionale: il 28% degli intervistati ha infatti dichiarato di essere disposto a comunicare i propri dati in cambio di benefici di qualche sorta.

Questa percentuale non varia tra uomini e donne, mentre emerge chiaramente come i più favorevoli alla condivisione dei dati siano i trentenni (32%), seguiti dalle fasce d’età 20-29 anni (31%) e 40-49 anni (30%). I meno favorevoli in assoluto sono gli over 60 con il 24%, mentre a sorpresa i più giovani sono quelli che esprimono maggiori perplessità: nella fascia d’età 15-19 anni ben il 31% degli intervistati si dichiara fortemente in disaccordo.

Per conoscere i risultati dello studio per tutti i 17 paesi coinvolti nell’indagine visitare il sito: