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Market Research Professional Portraits-Episodio 6: L’intervistatore quantitativo

23 Settembre 2025

Dietro le quinte di ogni ricerca di mercato si cela un lungo e articolato lavoro di raccolta e trasformazione dei dati grezzi in informazioni utilizzabili. Dopo aver esplorato alcune delle figure coinvolte nel processo, il Comitato Qualità di ASSIRM dedica questo nuovo episodio ad un altro professionista di fondamentale importanza: l’intervistatore quantitativo.

L’intervistatore quantitativo non è semplicemente un “lettore di domande”: è un professionista che, grazie a una formazione specifica e continuativa, è in grado di gestire interviste strutturate in conformità alle linee guida metodologiche e alle procedure di qualità, garantendo al tempo stesso affidabilità, accuratezza e rispetto delle tempistiche di rilevazione.

Il suo ruolo è tanto operativo quanto relazionale: da un lato è fondamentale che segua fedelmente il testo delle domande contenute nel questionario; dall’altro deve saper instaurare un clima di fiducia con il rispondente, così che si senta a suo agio e riesca a rispondere con la massima sincerità. Questo equilibrio tra rigore ed empatia è ciò che rende il lavoro dell’intervistatore delicato e prezioso.

Gli intervistatori possono svolgere le interviste sia telefonicamente che di persona: essendo contesti diversi, ciascuna delle due tipologie richiede caratteristiche, formazione e approcci differenti.

Con la metodologia CATI, l’intervista avviene telefonicamente e viene guidata da un software che presenta all’intervistatore le domande da porre. Il sistema consente di registrare le risposte in tempo reale, applicare filtri logici e gestire in modo efficiente liste di contatti. L’intervistatore CATI lavora il più delle volte in un call center, spesso coordinato da un supervisore, ed è parte di una squadra organizzata e orientata al raggiungimento degli obiettivi di ricerca. Questo contesto favorisce la standardizzazione e conformità del processo e un costante monitoraggio della qualità.

Le competenze chiave per un intervistatore CATI includono:

  • Abilità nel coinvolgere e motivare il rispondente ad accettare e portare a termine l’intervista, occupandosi quindi anche, in alcuni progetti,  di ingaggiarlo;
  • Chiarezza e padronanza linguistica, per comunicare in modo efficace anche in assenza del linguaggio non verbale;
  • Ascolto attivo e gestione dell’obiezione, per affrontare con prontezza eventuali resistenze;
  • Precisione nella registrazione dei dati, elemento cruciale per l’affidabilità del dataset.

Nella metodologia CAPI, l’intervista viene condotta faccia a faccia, tipicamente presso il domicilio dell’intervistato o in luoghi pubblici (punti vendita, eventi, spazi urbani). Anche qui viene utilizzato un supporto informatico – tablet o computer portatile – che guida l’intervistatore nella sequenza delle domande.

La presenza fisica introduce un diverso tipo di relazione: la capacità di mettere a proprio agio il rispondente diventa ancora più centrale, soprattutto in contesti sensibili o complessi. Il CAPI è particolarmente adatto per questionari più articolati o per target difficili da raggiungere telefonicamente.

Chi lavora in ambito CAPI deve possedere:

  • Capacità di gestione logistica, muovendosi in autonomia sul territorio;
  • Affidabilità e puntualità, dato che spesso opera su appuntamento;
  • Professionalità nel rappresentare l’ente di ricerca, poiché ne è, letteralmente, il “volto” istituzionale.

Negli ultimi anni, l’intervistatore quantitativo ha visto cambiare strumenti e modalità: da questionari cartacei (PAPI) si è passati a interfacce digitali, da elenchi telefonici a sistemi di campionamento più sofisticati. Nonostante queste trasformazioni, l’essenza del ruolo resta immutata: raccogliere dati in modo coerente, accurato e rispettoso del rispondente. In questo senso, l’intervistatore è il primo garante della qualità del dato. Proprio perché spesso lavora lontano dai riflettori – senza firmare report o partecipare a presentazioni – l’intervistatore quantitativo rischia di essere sottovalutato; tuttavia, nessuna analisi, nessun insight e nessuna strategia può nascere senza la materia prima: i dati. E i dati, per essere utili, devono essere raccolti secondo procedure specifiche, garantendone il massimo della qualità.

Basti pensare che, in molti casi, gli intervistatori sono coinvolti in indagini promosse da enti nazionali e istituzionali – come quelle dell’ISTAT – che rappresentano una fonte imprescindibile per comprendere la realtà sociale, economica e demografica del paese. In questo senso, il loro contributo assume un valore che va oltre il singolo progetto e diventa centrale per la collettività.

Per questo motivo, il lavoro dell’intervistatore rappresenta un ruolo fondamentale nel processo di ricerca. Una figura da formare, valorizzare e stimare.

Diventare intervistatore quantitativo significa entrare nel cuore del processo di ricerca, acquisendo esperienza diretta sul campo. È spesso il primo passo per chi desidera crescere nel settore, perché consente di: conoscere da vicino le dinamiche di rilevazione, confrontarsi con diverse tipologie di target e sviluppare metodo e sensibilità rispetto alla qualità del dato. Molti professionisti della ricerca hanno iniziato la propria carriera proprio in questa posizione, per poi evolvere verso ruoli di supervisione, project management o coordinamento del fieldwork.